Editoriale tratto dalla Rivista AIAF 3/2009, “Europa e immigrazione”.
- 1. Promuovere i diritti dei cittadini: per un'Europa dei diritti - 2. Facilitare la vita dei cittadini: per un'Europa della giustizia - 3. Tutelare i cittadini: per un'Europa della sicurezza - 4. Promuovere una società più integrata per il cittadino: per un'Europa della solidarietà
Sin dai suoi primi passi l’integrazione europea si è fortemente ancorata a princìpi di libertà fondati sui diritti dell’uomo, sulle istituzioni democratiche e sullo stato di diritto. Questi valori continuano ad essere la pietra su cui si fonda l’allargamento dell’Unione e lo sviluppo della sua politica legislativa. Il trattato di Lisbona, che dopo il recente deposito a Roma degli strumenti di ratifica della Repubblica Ceca entra in vigore il 1° dicembre 2009, sancisce come valori fondamentali dell’Unione europea la dignità umana, la libertà, la democrazia, l’uguaglianza, lo stato di diritto e il rispetto dei diritti umani, valori comuni a tutti gli Stati membri, che ogni Paese europeo membro dell’Unione è tenuto a rispettare. Promuovere questi valori, insieme alla pace e al benessere dei suoi popoli, figura tra i principali obiettivi dell’Unione. A questi obiettivi generali se ne affiancano altri: promuovere la giustizia e la protezione sociale, combattere l’emarginazione e le discriminazioni. Il trattato di Lisbona garantisce inoltre l’applicazione della Carta dei diritti fondamentali, un insieme di diritti civili, politici, economici e sociali di cui l’Unione europea si dota e che diventano giuridicamente vincolanti non solo per l’Unione e le sue istituzioni, ma anche per gli Stati membri nell’ambito dell’applicazione del diritto dell’Unione europea. La Carta elenca tutti i diritti fondamentali raggruppandoli in sei grandi capitoli: dignità, libertà, uguaglianza, solidarietà, cittadinanza e giustizia. Introduce inoltre altri diritti che non figurano nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo, ad esempio in materia di protezione dei dati, bioetica e buona amministrazione, e riafferma misure importanti per eliminare qualsiasi forma di discriminazione fondata su sesso, razza e colore della pelle. La Carta menziona poi i diritti sociali applicabili nell’ambito dell’impresa, vale a dire il diritto dei lavoratori di essere informati, di negoziare e di ricorrere ad azioni collettive per la tutela dei loro interessi, e dunque il diritto di sciopero. Il rafforzamento istituzionale dell’Unione ha orientato, in materia di giustizia e affari interni, gli obiettivi del futuro “programma di Stoccolma” che per i prossimi cinque anni (2010-2014) pone [continua ..]
Secondo la Commissione europea lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia deve anzitutto porsi come spazio unico di tutela dei diritti fondamentali nel cui ambito costituisca un valore essenziale il rispetto della persona, della dignità umana e degli altri diritti sanciti nella Carta dei diritti fondamentali. Ciò significa vivere insieme in uno spazio che rispetta la diversità e tutela i più vulnerabili e quindi continuare a lottare contro le discriminazioni, il razzismo, l’antisemitismo, la xenofobia e l’omofobia. Particolare attenzione devono avere i diritti dei minori, per salvaguardare il principio dell’interesse superiore del minore, il diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo, la non discriminazione e il rispetto delle sue opinioni, quali sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali e dalla convenzione ONU sui diritti del fanciullo. Programmi di intervento finalizzati ad una piena integrazione sociale dovranno riguardare i minori che versano in situazione di particolare vulnerabilità, specie nell’ambito della politica d’immigrazione (minori rom, minori non accompagnati, vittime della tratta), così da incentivarne l’inserimento nel sistema scolastico e nel mercato del lavoro e lottando contro la violenza di cui possono essere vittima e l’eventuale discriminazione a loro danno. Più in generale occorrerà fornire maggiore protezione, anche giuridica, ai più vulnerabili, alle donne vittime di violenze e alle persone in condizioni di incapacità o di limitazione di autonomia. Sul piano dell’esercizio del diritto di libera circolazione, è necessario, secondo la Commissione, provvedere ad un’attuazione effettiva della Direttiva 2004/38/CE sulla libera circolazione dei cittadini, e istituire un sistema che permetta ai cittadini di disporre degli atti di stato civile in modo facile e gratuito, superando eventuali ostacoli linguistici e garantendo la valenza probatoria di questi documenti. L’Unione dovrà, con il tempo, adoperarsi per il riconoscimento reciproco degli effetti connessi agli atti di stato civile.
Dovranno essere istituiti meccanismi che agevolino l’accesso alla giustizia in modo che chiunque possa far valere i propri diritti ovunque nell’Unione e si dovrà intensificare la cooperazione giudiziaria tra gli Stati membri e tra gli operatori della giustizia. I sistemi giudiziari dei 27 Stati membri devono poter funzionare insieme, in modo coerente ed efficace, nel rispetto delle tradizioni giuridiche nazionali, e a tal fine è necessario armonizzare le norme di conflitto di legge nelle diverse materie. In materia civile occorre stabilire, a livello europeo, norme minime su determinati aspetti di procedura civile in linea con le esigenze del riconoscimento reciproco e per evitare la disparità tra le prassi vigenti in materia. Per le decisioni di diritto civile e commerciale, occorre pertanto abolire in generale l’exequatur ancora troppo spesso necessario per l’esecuzione di decisioni pronunciate in altri Stati membri. Secondo la Commissione europea, occorre inoltre estendere il riconoscimento reciproco a materie non ancora ricomprese che rivestono un ruolo centrale nella vita di tutti i giorni, quali le successioni e i testamenti, i regimi patrimoniali tra coniugi e le conseguenze patrimoniali delle separazioni, la tutela delle persone adulte incapaci. In termini generali, sarà opportuno raggruppare gli strumenti adottati in un codice della cooperazione giudiziaria in materia civile che ne faciliti l’applicazione, e garantire un’applicazione più concreta ed effettiva del diritto europeo da parte di tutti gli operatori giuridici, strutturando meglio le diverse reti professionali e potenziando una formazione europea di tutte le professioni legali.
Occorre sviluppare una strategia di sicurezza interna che migliori la sicurezza nell’Unione e protegga la vita e l’incolumità dei cittadini europei. È necessario agire di concerto in tutta l’Unione, in materia di prevenzione e di lotta contro la criminalità e le organizzazioni criminali. Questa strategia presuppone il rafforzamento della cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale e maggiori controlli alle frontiere europee.